Ambienti e strumenti che favoriscano l’apprendimento collaborativo e continuo

La formazione rappresenta la vocazione primaria del Politecnico di Bari. È il primo e più tangibile strumento con cui l’Ateneo incide sulla società, formando professionisti, cittadini consapevoli e protagonisti del cambiamento. Oggi più che mai, la formazione deve diventare un’esperienza articolata e trasformativa, in cui la conoscenza teorica si integri con la prassi operativa, e in cui la crescita personale e professionale si accompagni alla capacità di leggere e orientare le trasformazioni sociali, tecnologiche, ambientali.

Al tempo stesso, occorre contrastare la dispersione universitaria e rafforzare la permanenza regionale degli studenti, valorizzando ogni talento – anche quello più fragile – e facilitando il passaggio tra i diversi livelli di formazione. La didattica deve diventare inclusiva e personalizzabile, capace di generare filiere formative coerenti e percorsi professionali solidi.
La formazione è anche il primo ponte tra l’Ateneo e il mondo. È attraverso un’offerta credibile, accessibile e riconoscibile che possiamo attrarre studenti internazionali, sviluppare cooperazione educativa nel Mediterraneo, accrescere la nostra reputazione globale.

  1. Elevare la qualità e l’identità dell’offerta formativa, rendendola distintiva, integrata e riconoscibile.
  2. Sostenere la formazione dei formatori e la crescita del personale con una Scuola interna e percorsi strutturati.
  3. Introdurre modelli didattici innovativi, ibridi e laboratoriali, anche con l’uso avanzato dell’intelligenza artificiale.
  4. Rafforzare l’attrattività regionale e internazionale, contenendo l’emigrazione accademica e intercettando nuovi bacini di studenti.
  5. Ridurre la dispersione e gli abbandoni, promuovendo tutoraggio, mentoring e monitoraggio continuo.
  6. Promuovere la funzione sociale dell’Ateneo nel sostenere i talenti nascosti, accompagnando ogni studente verso la piena realizzazione personale.
  7. Supportare il reclutamento e la valorizzazione dei giovani ricercatori come protagonisti del cambiamento formativo.

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  1. Avatar

    Gentile professor Fratino,
    sono una studentessa del Politecnico del primo anno e con questa comunicazione desidero sottoporle una problematica sentita da molti studenti del primo anno, relativa ai corsi comuni.
    Pur trattandosi degli stessi contenuti, gli esami presentano un grado di difficoltà significativamente eterogeneo a seconda del docente o del corso di appartenenza.
    Questa disomogeneità genera situazioni di disparità tra studenti che, pur affrontando il medesimo programma, si trovano a sostenere prove non equivalenti per complessità e criteri di valutazione.
    Tale condizione risulta non solo ingiusta, considerando che deriva da una scelta random del sistema di iscrizioni, ma anche demotivante e contribuisce in maniera rilevante al fenomeno dell’abbandono universitario, che si manifesta con particolare evidenza proprio al primo anno di ingegneria.
    Per questi motivi, le chiedo cortesemente di valutare l’introduzione di misure che garantiscano maggiore equità tra i corsi comuni, affinché tutti gli studenti possano affrontare gli esami comuni con criteri omogenei e trasparenti.
    Grazie e faccio il tifo per lei.

    1. Avatar Umberto Fratino

      Gentile studentessa
      La ringrazio per la segnalazione che terrò in debito conto.
      A riguardo penso che sia arrivato il momento giusto per operare una attenta analisi dei risultati formativi derivanti da una scelta coraggiosa, assunta diversi anni fa da questo Ateneo, quando si decise di erogare, con corsi comuni al primo anno di ingegneria, gli insegnamenti delle materie di base.
      Questa scelta oggi deve essere oggetto di valutazione di efficacia e non ti nascondo che ritengo anche giusto immaginare qualche correttivo (formazione di base comune di filiera) che possa ridurre, se non scongiurare, situazioni quali quelle da Te segnalate.
      Ti assicuro che sarà mia cura, qualora eletto, affrontare con la dovuta attenzione questo tema.

  2. Avatar

    Gentile Prof. Fratino,

    sono uno studente del corso di Laurea Magistrale di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, al secondo anno Magistrale.
    mi permetto di scriverLe per esprimere il mio entusiasmo riguardo al Suo approccio proattivo e innovativo alle tematiche didattiche. Alla quasi fine del mio percorso di studi, vorrei che l’università, possa evolversi in un’esperienza formativa a tutto tondo, capace di stimolare la curiosità e di preparare gli studenti alle sfide reali del mondo del lavoro.
    In un mercato del lavoro sempre più competitivo, le aziende cercano candidati che portino con sé non solo solide basi teoriche, ma soprattutto esperienza pratica. Purtroppo l’università, per sua natura, non sempre può fornire il “saper fare” che molte imprese richiedono fin dal primo giorno di stage o assunzione. Proprio per questo ritengo fondamentale prepararsi già in anticipo, inserendo negli curricula tirocini obbligatori, project work aziendali e laboratori congiunti, così da colmare questo gap fra studio e pratica professionale.
    Un tale potenziamento dell’offerta formativa creerebbe anche maggiore appeal per la nostra università, rendendola più attrattiva per studenti e imprese e contribuendo a contrastare la cosiddetta “fuga di cervelli” dal territorio regionale. Offrendo opportunità concrete di ingresso nel mondo del lavoro, potremmo trattenere sul territorio giovani talenti che altrimenti cercherebbero fuori regione o fuori dall’Italia le loro prime esperienze professionali.

    La ringrazio per l’attenzione e colgo l’occasione per rinnovarLe i miei più sinceri complimenti per l’impegno e la passione che ogni giorno trasmette ai Suoi studenti.

    1. Avatar Umberto Fratino

      Gentilissimo studente
      sono davvero lusingato dalle Sue parole che, tra l’altro, trovo colgano appieno alcuni dei problemi che oggi investono la formazione universitaria: il rapporto tra formazione tecnico scientifica e la complessità della sua declinazione nel contesto applicativo. La nuova frontiera del sapere, ancora sconosciuta e di difficile previsione, impone che si dia spazio e attenzione alla formazione scientifica di base nella consapevolezza che l’acquisizione di strumenti robusti consenta di raggiungere comunque un sapere utile ai bisogni della società, ma al contempo, è spesso richiesto il “saper fare” come prima necessità. Oggi più che nel passato diventa, quindi, indispensabile formare menti in grado di coniugare le parole conoscenza ed esperienza, traducendo in realtà la didattica esperienziale di cui si è a lungo parlato. L’introduzione dei percorsi di laurea abilitanti nei corsi magistrali di Ingegneria (in conformità a quanto disposto dall’art. 4 della Legge 163/2021) è un primo passo in questa direzione, la connessione tra strategie di sviluppo sociale e industriale e la formazione universitaria e post-universitaria in Puglia il motore che farà davvero crescere virtuosamente la nostra terra. Non riesco a immaginare altro modo per impedire la fuga verso altri territori della nostra migliore gioventù. Solo scelte lungimiranti che hanno attenzione alla cultura che viene messa a disposizione di tanti possono produrre valore stabile nel tempo. Occorre determinazione e coraggio. IL Politecnico del futuro ne farà certamente uso.